L'emergenza sanitaria che sta mettendo in ginocchio il mondo, miete vittime senza distinzione di età,razza o popolarità. L'ennesima persona a farne le spese in ordine di tempo potrebbe essere stato il 14enne Christian Minchola, giovanissimo aspirante calciatore che militava nelle giovanili dell'Atletico Madrid. È doveroso usare il condizionale perché le cause della morte della giovane promessa non sono state ancora rese note, ma avendo il baby calciatore regolarmente portato avanti l'attività agonistica anche in questo 2019-2020 nelle giovanili dei colchoneros, è lecito pensare che la scomparsa sia da attribuire a delle complicazioni da Coronavirus. Come in parte avvalorato dalle parole dell'amministratore delegato dell'Atletico, Miguel Àngel Marin, che ha rilasciato delle dichiarazioni ufficiali: "È orribile la sensazione di impotenza che si genera in situazioni come questa. Negli ultimi giorni sono morte persone a me molto vicine, alcune per Coronavirus e altre per altre malattie, e la sensazione di non poterle salutare come si meritano, anche nel caso di Christian Minchola, ti distrugge il cuore. Christian aveva solo 14 anni, mando un bacio alla sua famiglia e a tutti quelli che stanno vivendo eventi simili. Da oggi la nostra bandiera resterà a mezz'asta per Cristian e per tutti i colchoneros deceduti in queste ultime settimane". Il giovane militava nella formazione under 14, e in Spagna viene descritto davvero come un grande talento, anche se purtroppo non potrà mai realizzare il sogno di diventare un calciatore professionista.
Se la Roma non riesce a spiccare il volo nei big match, venendo puntualmente ridimensionata, uno dei motivi risiede probabilmente nell'inesperienza ad alti livelli di alcuni titolari dell'undici tipo: giocatori come Ibanez, Villar e Karsdorp hanno mostrato ottime qualità nel corso della stagione, ma non hanno familiarità nel competere per traguardi come la qualificazione alla Champions League, proveniendo chi da mesi in panchina all'Atalanta, chi dalla seconda serie spagnola. Contro il Napoli mancavano, oltre a Veretout, Mkhitaryan e Smalling, due tra i più navigati nella rosa di Fonseca, anche se in campo c'erano comunque Dzeko e Pedro. Lo spagnolo in particolare era stato acquistato in estate a parametro zero dal Chelsea per rappresentare un valore aggiunto in termini di leadership e mentalità vincente, in virtù della sua sconfinata bacheca. Se da questo punto di vista non sembra aver particolarmente inciso sulla maturità del gruppo giallorosso, peraltro con più di un...
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