La Lazio supera i sedicesimi di finale e si qualifica per il turno successivo di Coppa Italia battendo 3-0 il Varese,che milita in serie B e lotta nella serie cadetta per evitare la retrocessione.Fin qui nulla di nuovo,il pronostico della partita dell'Olimpico era assai scontato e i biancocelesti hanno portato a termine la missione senza affaticarsi,di fronte comunque a una squadra coriacea come quella lombarda,penalizzata eccessivamente dalla differenza tecnica e d'esperienza nonostante numerose offensive minacciose verso la porta di Berisha.Pioli però ha potuto raccogliere segnali incoraggianti dai singoli,tra attesi exploit e conferme piacevoli.L'uomo in copertina è sicuramente Felipe Anderson,che ha chiuso le marcature con un potente bolide dalla distanza al termine di una prestazione nella quale ha costantemente impensierito la difesa ospite,pur peccando come suo solito di concretezza negli ultimi metri.Se il brasiliano comunque farà tesoro di questa prestazione e della rete ritrovata,i tifosi biancocelesti potrebbero cominciare a vedere l'estro,potenzialmente enorme,dell'ex Santos.La conferma è invece rappresentata da Filip Djordjevic:il serbo ha raddoppiato splendidamente subito dopo il vantaggio rocambolesco di Konko,e continua ad essere una delle note più liete della stagione laziale,dopo i sei goal in campionato in 13 presenze,che neanche mostrano appieno quale sia il lavoro fondamentale svolto dall'ex Nantes per la squadra.Se però la Lazio si gode l'ascesa del suo nuovo bomber,deve convivere anche con il malumore di uno degli idoli della tifoseria,Miroslav Klose.Il tedesco si è lamentato per il poco spazio che Pioli gli ha concesso e ha minacciato l'addio,ma vale la pena ricordare che le sue prestazioni in biancoceleste sono da un anno e mezzo lontane dalla sua fama.Klose può dare di più alla causa,ma se vuole sottrarre il posto a Djordjevic,deve tornare quello delle prime annate nella capitale.
Se la Roma non riesce a spiccare il volo nei big match, venendo puntualmente ridimensionata, uno dei motivi risiede probabilmente nell'inesperienza ad alti livelli di alcuni titolari dell'undici tipo: giocatori come Ibanez, Villar e Karsdorp hanno mostrato ottime qualità nel corso della stagione, ma non hanno familiarità nel competere per traguardi come la qualificazione alla Champions League, proveniendo chi da mesi in panchina all'Atalanta, chi dalla seconda serie spagnola. Contro il Napoli mancavano, oltre a Veretout, Mkhitaryan e Smalling, due tra i più navigati nella rosa di Fonseca, anche se in campo c'erano comunque Dzeko e Pedro. Lo spagnolo in particolare era stato acquistato in estate a parametro zero dal Chelsea per rappresentare un valore aggiunto in termini di leadership e mentalità vincente, in virtù della sua sconfinata bacheca. Se da questo punto di vista non sembra aver particolarmente inciso sulla maturità del gruppo giallorosso, peraltro con più di un...
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